giovedì 26 ottobre 2017

Isole


è una storia lunga, questa, e pure un tantino sofferta.
è la storia di un pesce che, sguazzando felice in acque lontane lontane, ha ritrovato la via di casa.
vivo in una terra bella e complicata, dove il concetto di identità pesa quanto un macigno, dove la potenza della Tradizione ti avvolge, e travolge, sostenuta da secoli di saperi, esperienze, memorie e consuetudini; dove il saper fare, quello vero, concreto, sfida l’evidenza della necessità per diventare arte, così, semplicemente, senza darti neppure il tempo di accorgertene.
l’ho ammirata, e tanto, quella tradizione, ma di sottecchi, come si contempla e si rispetta un dio grande, atterrita dalla paura dello spergiuro.
e, standomene in disparte, ho cercato la bellezza, quella semplice e purissima che ti entra dentro con l’irruenza di un sussurro. l’ho trovata in un arcipelago dell’oceano – io, isolana del mediterraneo! – e l’ho fatta mia con la dimestichezza di chi torna a casa.
nessuna contraddizione. niente di cui stupirsi.
l’ho capito adesso.
ho capito che quel sentirmi dentro, in un mondo che non mi appartiene, anagraficamente estraneo, deriva dal riconoscervi parte della mia storia. linearità delle forme, autorevolezza dei simboli, uso sapiente di tecnica e colori: sono lì ma sono anche qui, sono lì perché sono qui.
sardegna.
giappone.
la vicinanza della lontananza. l’identità della diversità.










BIG FISH realizzato in tessuto tradizionale sardo (Samugheo) con inserti di cotone giapponese decorato con motivi a stampa asanoha e nishikigoi

Maria Lai, Monumento in memoria di Grazia Deledda, Nuoro
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